di Marilisa Modena
Ci sono percorsi che non si trovano nei manuali, che non seguono una linea retta e che non hanno una fine chiara. Percorsi che si costruiscono vivendo, sperimentando, sbagliando e rialzandosi.
Diventare atelierista è proprio questo: un viaggio personale, una scelta di passione e di libertà. È un mestiere che non ha confini netti, non si impara soltanto sui libri e non ha un albo professionale che lo definisce. Ed è forse proprio questa sua bellezza indefinita a renderlo così affascinante.
Un’idea nata da Loris Malaguzzi
Per parlare di atelieristi, dobbiamo tornare a Loris Malaguzzi e alla sua visione rivoluzionaria. A Reggio Emilia, Malaguzzi inserì per la prima volta un artista nel personale educativo, non per insegnare ai bambini cosa fare, ma per accompagnarli a scoprire, sperimentare, creare.
L’atelierista non guida il risultato, non insegna un “come si fa”. L’atelierista apre porte. E ogni porta è diversa.
Quella scintilla accesa da Malaguzzi non si è mai spenta. Oggi, il termine atelierista è usato ben oltre il contesto del Reggio Approach e coinvolge chiunque lavori con arte e creatività in modo relazionale, che si tratti di bambini, adolescenti o persino adulti.
Chi è davvero un atelierista?
Un atelierista non è solo un esperto d’arte. È un professionista che sa leggere le persone, che capisce i bisogni di chi ha di fronte. È qualcuno che non solo conosce i materiali, ma li ha vissuti, sperimentati, manipolati fino a renderli un’estensione del proprio lavoro creativo.
Non è possibile essere tutto per tutti. Un atelierista deve scegliere: una fascia d’età, un materiale, un linguaggio, una strada. È qui che entra in gioco la parte più difficile: trovare ciò che ti appassiona davvero e fare di quella passione la tua firma.
Le competenze per diventare atelierista
Diventare atelierista non è una questione di titoli, né di corsi esclusivi e costosi. Non troverai un albo professionale che regola questa figura, né una laurea che ti garantisce l’accesso alla professione. E questo, per certi versi, è un bene: l’atelierista è una figura libera, che si costruisce giorno per giorno attraverso passione, pratica e curiosità.
Quello che fa di un atelierista l’ Atelierista (con la A maiuscola) è la voglia di esplorare, di sbagliare e, soprattutto, di sporcarsi le mani. Ciò che conta davvero è quanto tempo dedichi a lavorare con i materiali, a provare, a capire cosa funziona e cosa no.
Eppure, servono competenze chiare:
- Conoscenza artistica e tecnica: approfondire materiali e tecniche fino a padroneggiarli.
- Empatia e ascolto: sapere che ogni persona ha il proprio tempo e il proprio modo di esprimersi.
- Esperienza pratica: non si può insegnare ciò che non si conosce in prima persona.
Essere atelierista significa saper fare, ma anche saper osservare. Lasciare spazio agli altri per scoprire le loro possibilità creative.
Il percorso di formazione
Formarsi come atelierista è un processo, non un evento. E’ qualcosa che non finisce mai, e che nessun attestato ti può dare. Può includere:
- Studi in discipline artistiche: frequentare accademie, conservatori o corsi specializzati per acquisire competenze tecniche.
- Tirocini e laboratori: lavorare sul campo, confrontarsi con educatori e professionisti, imparare osservando e facendo.
- Sperimentazione personale: sporcarsi le mani, giocare con i materiali, esplorarli fino a conoscerli davvero.
L’atelierista non smette mai di imparare. Ogni progetto è una nuova scoperta, ogni materiale racconta una nuova storia.
Dove lavora un atelierista?
Gli atelieristi trovano spazio in contesti sempre più diversi:
- Nidi e scuole dell’infanzia: spazi creativi dove il processo è più importante del prodotto.
- Atelier indipendenti: luoghi dedicati alla sperimentazione per bambini, adulti e famiglie.
- Atelier itineranti: laboratori portati in ludoteche, biblioteche e spazi culturali.
Ogni scelta richiede organizzazione e pianificazione. Se sogni di aprire un tuo atelier, preparati a costruire non solo uno spazio fisico, ma anche un progetto che parli di te.
Un consiglio per iniziare
C’è un punto da cui partire, ed è il più semplice di tutti: sporcarsi le mani. Immergersi nella materia, esplorare, sbagliare, ridere. Il vero atelierista non trasmette un sapere; crea percorsi di scoperta dove ognuno può trovare la propria voce.
Non cercare la perfezione. Cerca la tua strada, il tuo percorso unico. Non ci sono regole standard, solo il tuo desiderio di fare la differenza.
PER SAPERNE DI PIU’:
E ora tocca a te. Se senti che questa è la tua strada, costruiscila con passione e determinazione. Diventare atelierista non è solo un lavoro. È un modo di vedere il mondo. È credere che la creatività possa trasformare le persone. E che ogni mano, piccola o grande, possa plasmare qualcosa di straordinario.
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