Il coordinamento educativo non è solo una funzione operativa, ma un processo che abbraccia una molteplicità di significati. Non riguarda esclusivamente la gestione delle attività quotidiane o la risoluzione di problemi immediati. È qualcosa di più profondo, un percorso che trasforma l’azione in saggezza attraverso l’esperienza.
Ogni errore, ogni conquista diventano parte di una consapevolezza professionale che si costruisce nel tempo.
Molti coordinatori arrivano a ricoprire questo ruolo seguendo strade diverse: alcuni lo scelgono consapevolmente, altri ci si trovano per necessità. Qualcuno è certo fin dall’inizio che sia il proprio percorso, mentre altri lo intraprendono senza accorgersene subito. Indipendentemente dal modo in cui si è giunti a questo ruolo, la chiave sta nella capacità di prendere decisioni che abbiano un impatto concreto, positivo e significativo non solo per il servizio educativo, ma per tutte le persone coinvolte.
Il coordinamento educativo richiede un mix equilibrato di praticità, teoria ed esperienza. Il Coordinatore non si limita a prendere decisioni operative, ma coinvolge anche la capacità di risolvere problemi complessi, presenti quotidianamente nei servizi educativi. Questo implica una grande responsabilità. Essere coordinatore significa sapersi muovere tra diverse esigenze, mantenendo il focus sul benessere collettivo, e farlo con consapevolezza e intenzione.
Un coordinatore non è solo un amministratore, ma anche una figura capace di far emergere le risorse invisibili e di facilitare cambiamenti positivi. Non è un ruolo che può essere svolto con leggerezza: richiede una formazione continua, la capacità di gestire relazioni e dinamiche complesse, e un dialogo costante con sé stessi e con gli altri.
Non è raro che i coordinatori si trovino a dover affrontare momenti di solitudine professionale, stretti tra le aspettative di chi dirige e le necessità del personale educativo e delle famiglie. Mantenere un equilibrio tra professionalità e coinvolgimento emotivo è una sfida costante. Il coordinatore deve essere in grado di gestire le proprie emozioni e di affrontare con serenità anche sentimenti difficili, come la gelosia o l’invidia, che possono sorgere nel contesto lavorativo. Riconoscerle è il primo passo per trasformarle in qualcosa di positivo.
Passare dall’invidia all’ammirazione è un processo che richiede impegno e umiltà. Riconoscere che c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare e avere il coraggio di chiedere: “Come hai fatto? Insegnami.” Questa attitudine non solo aiuta a crescere professionalmente, ma permette anche di migliorare il clima emotivo e relazionale all’interno del servizio educativo.
In ultima analisi, il coordinamento educativo è un viaggio di scoperta, che non riguarda solo la gestione degli altri, ma anche la comprensione e la crescita personale del coordinatore stesso. Richiede consapevolezza, impegno e la volontà di migliorarsi costantemente.
Essere un buon coordinatore è una scelta, una decisione che si riflette in ogni azione, in ogni problema risolto e nella qualità delle relazioni che si costruiscono giorno per giorno.