La didattica aperta rappresenta una prospettiva innovativa che può essere applicata efficacemente anche nelle scuole dell’infanzia, creando un ambiente di apprendimento inclusivo e flessibile. Questo approccio educativo si distingue per il suo slegarsi dalla rigidità delle programmazioni tradizionali, lasciando spazio alle idee, agli interessi e alle progettualità dei bambini.
In questo contesto, il ruolo dell’adulto, spesso identificato con l’insegnante o l’educatore, subisce un cambiamento significativo, diventando una figura che osserva e accompagna, mettendosi in secondo piano per favorire l’autonomia e la crescita dei piccoli.
La Progettualità dei Bambini
Nel cuore della didattica aperta c’è la convinzione che i bambini, anche quelli più piccoli della scuola dell’infanzia, siano portatori di idee, progetti e motivazioni intrinseche che meritano di essere riconosciuti e valorizzati.
La progettualità non deve necessariamente essere predefinita dall’adulto, ma può nascere direttamente dall’esperienza, dalle curiosità e dagli interessi dei bambini.
Questo significa che le attività non sono imposte dall’alto, ma vengono co-costruite insieme ai bambini, che diventano protagonisti del loro percorso di apprendimento.
Nelle scuole dell’infanzia, questo può tradursi in spazi di tempo dedicati al gioco libero, all’esplorazione e alla creatività, dove i bambini sono incoraggiati a prendere l’iniziativa, a scegliere come organizzare le loro attività e a proporre idee nuove. L’insegnante, in questo contesto, non è colui che detta le regole, ma chi facilita, sostiene e crea le condizioni affinché i bambini possano esprimersi al meglio.
Il Cambiamento dell’Adulto: Un Nuovo Ruolo dell’Insegnante
La didattica aperta richiede un cambiamento profondo nel ruolo dell’adulto. L’insegnante, che tradizionalmente si trova al centro della scena educativa, deve imparare a mettersi in secondo piano, a osservare con attenzione e a dare spazio alle iniziative dei bambini. Questo non significa abdicare al proprio ruolo, ma piuttosto trasformarlo: l’adulto diventa una figura di supporto, capace di intervenire solo quando necessario, e che facilita l’apprendimento senza imporsi.
Saper osservare è una delle competenze chiave che l’insegnante deve sviluppare in un contesto di didattica aperta. Attraverso l’osservazione, l’adulto può comprendere i bisogni, gli interessi e le potenzialità dei bambini, accompagnandoli in modo delicato e rispettoso lungo il loro percorso di crescita. È un cambiamento di prospettiva che porta l’insegnante a riconoscere nei bambini una capacità naturale di apprendere e progettare, senza la necessità di guidare ogni passo.
Inclusività e Differenziazione
Uno degli aspetti più potenti della didattica aperta è la sua capacità di essere profondamente inclusiva. In un ambiente dove i bambini sono liberi di esprimere i propri interessi e di scegliere come apprendere, viene massimizzata la possibilità di differenziazione. Ogni bambino, con le sue peculiarità, può seguire un percorso personalizzato che risponde alle sue esigenze specifiche, senza che questo implichi la separazione dagli altri.
La didattica aperta, infatti, riesce a conciliare l’individualità con la dimensione collettiva. Anche se ogni bambino può seguire un percorso di apprendimento unico, ciò avviene all’interno di un contesto comune, condiviso con i compagni. Questo ambiente di apprendimento inclusivo permette di rispettare le diversità senza frammentare il gruppo classe, creando uno spazio dove ognuno può trovare il proprio modo di apprendere e, al tempo stesso, contribuire alla costruzione di una comunità educativa.
Un Ambiente che Valorizza le Differenze
La forza della didattica aperta risiede anche nella sua capacità di offrire un ambiente didattico che valorizza le differenze. Gli insegnanti, all’interno di questo approccio, non sono più chiamati a decidere quale sia il percorso migliore per ogni singolo bambino, ma creano un ambiente flessibile in cui i bambini stessi possono fare scelte che tengono conto delle proprie caratteristiche e preferenze. In questo modo, si supera l’idea di una didattica “uguale per tutti” e si promuove invece un apprendimento personalizzato, in cui ogni bambino può sentirsi accolto e valorizzato per ciò che è.
Questo ambiente favorisce anche lo sviluppo di competenze importanti come l’autovalutazione, la capacità di gestire il proprio apprendimento e la consapevolezza delle proprie inclinazioni e interessi. I bambini imparano a conoscere se stessi come soggetti attivi e autonomi, capaci di scegliere e di prendere decisioni che influenzano il loro apprendimento.
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