L’approccio psicocorporeo e psicoemozionale, supportato dalle neuroscienze, enfatizza l’importanza delle relazioni affettive e delle esperienze emotive nei primi anni di vita, essenziali per garantire uno sviluppo sano e armonico dei bambini.

Adottare un modello educativo che integra le dimensioni psicocorporea e psicoemozionale significa abbracciare le scoperte emergenti da diverse discipline scientifiche. Questo approccio, fondamentale per sostenere lo sviluppo psicologico dei bambini, trova riscontro nelle recenti ricerche neuroscientifiche. Queste discipline, che intersecano medicina, psicologia e biochimica, esplorano i meccanismi di sviluppo cerebrale fin dalla fase fetale, evidenziando l’importanza delle cure ricevute nell’infanzia.

Le neuroscienze, attraverso tecniche avanzate come la neuroimmagine, hanno dimostrato che le esperienze relazionali precoci, caratterizzate da cure e rassicurazioni, sono fondamentali per lo sviluppo cerebrale del bambino. Queste esperienze influenzano non solo il benessere emotivo e fisico del bambino nel presente e nel futuro, ma anche la sua capacità di apprendimento.

L’intelligenza emotiva, che si forma attraverso le prime relazioni di cura, è la base di ogni successivo apprendimento. La relazione psicocorporea tra il caregiver e il bambino gioca un ruolo cruciale in questo processo. Il contatto fisico, l’espressione motoria e le sollecitazioni spontanee registrano esperienze di benessere, sicurezza e piacere nel cervello del bambino, formando i fondamenti della sua mente in sviluppo.

Tuttavia, la cura del bambino non si limita alla dimensione fisica. La dimensione psicoemozionale è altrettanto importante. Una relazione psicoemozionale efficace implica che il caregiver sia in grado di comprendere, contenere e dare significato agli stati emotivi del bambino. Questa condivisione emotiva è fondamentale per lo sviluppo della consapevolezza di sé del bambino, come individuo dotato di emozioni e pensieri.

In un contesto educativo, come quello familiare, i contenuti che costruiscono la mente dei bambini sono trasmessi in modo spontaneo e affettivo, piuttosto che in modo didattico-cognitivo. L’educatore, in questo senso, non si limita a stimolare il bambino verso traguardi cognitivi, ma ascolta e risponde ai suoi bisogni fisici ed emotivi. In questa fase precoce della vita, è essenziale che il bambino riceva cure che supportino la costruzione della sua mente in modo spontaneo.

Le relazioni all’interno di un contesto educativo non dovrebbero essere solo didattiche, ma anche affettive. La recente psicologia infantile, supportata dalle neuroscienze, sottolinea l’importanza di relazioni affettivamente connotate per un sano sviluppo del bambino.

La capacità di un educatore di rispondere ai bisogni emotivi del bambino non dipende solo dalle qualifiche professionali, ma anche dalla sua capacità di connettersi con il proprio mondo interno e di stabilire una relazione affettiva con il bambino. Questa capacità, spesso acquisita durante l’infanzia attraverso esperienze positive, è fondamentale per lo sviluppo psicofisico armonico del bambino.

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