di Marilisa Modena
C’è un tipo di pittura che va oltre il foglio e i pennelli, dove i colori si mescolano a sabbia, farina, foglie e altri materiali per creare superfici ricche di texture e sorprese.
È la pittura materica, un’esperienza artistica che affascina i bambini perché coinvolge tutti i sensi: non solo la vista, ma anche il tatto, l’udito (sì, perché alcuni materiali fanno rumore!) e persino l’olfatto, se si usano pigmenti naturali come spezie o terre colorate.
Provate a osservare un bambino mentre gioca con la sabbia bagnata o impasta farina e acqua: c’è una curiosità innata nel manipolare materiali che cambiano forma, che si compattano o si sgretolano tra le dita. La pittura materica sfrutta proprio questa naturale inclinazione all’esplorazione.
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Non ci sono regole: a differenza del disegno tradizionale, qui non si cerca un risultato “perfetto”, ma si gioca con le consistenze.
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Si impara facendo: mischiare colla e sabbia, ad esempio, è un piccolo esperimento scientifico che mostra come i materiali si trasformano.
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Si esprime con il corpo: i bambini non usano solo le mani, ma a volte braccia, piedi o strumenti insoliti come spugne, pettini o rametti.
Anche molti grandi artisti hanno sperimentato con materiali insoliti, creando opere che sembrano quasi vive al tatto.
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Alberto Burri: ha sperimentato con una vasta gamma di materiali, spesso materiali non convenzionali come sacchi di juta, catrame, plastica, metallo e altri materiali di scarto.
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Lucio Fontana, noto per i suoi famosi “tagli”, lavorava anche con paste dense e lustrini, creando giochi di luce e profondità.
E oggi? Artisti come Hervé Tullet (autore di libri-gioco per bambini) dimostrano che la pittura materica può essere un’avventura quotidiana, fatta di scoperte e meraviglia.
La pittura materica è per tutti, perché non richiede abilità tecniche, ma solo voglia di sperimentare. Per un bambino, può essere:
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un modo per scaricare emozioni (schiacciare, graffiare, stendere la pasta di colore);
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un’occasione per raccontare storie (“Questa sembra la pelle di un drago!“);
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un primo approccio all’arte oltre il foglio bianco.
E mentre i piccoli artisti lavorano, senza rendersene conto, allenano la motricità fine, la concentrazione e la capacità di osservazione.