In Norvegia, l’educazione all’aria aperta non è solo un approccio educativo: è una filosofia di vita. Le scuole dell’infanzia all’aperto, che fanno parte della cultura nordica del Friluftsliv (“vita all’aperto”), sono diffuse e promuovono un contatto profondo con la natura, incoraggiando i bambini a crescere in armonia con l’ambiente circostante. Ogni giorno, centinaia di piccoli norvegesi, come Oskar, un bambino di due anni, trascorrono ore a giocare, esplorare e apprendere in mezzo alla natura, sfidando anche le temperature invernali.
La giornata di Oskar nella scuola all’aperto
La giornata di Oskar inizia presto. I bambini arrivano al kindergarten con abiti caldi e impermeabili, pronti per affrontare qualsiasi condizione meteo. Le attività si svolgono prevalentemente all’esterno, dove i piccoli restano immersi nella natura da un minimo di 3,5 fino a 8 ore, anche in inverno.
Durante la mattina, Oskar e i suoi amici esplorano il bosco vicino alla scuola. Con le loro piccole mani, raccolgono pigne, osservano gli insetti e, guidati dagli insegnanti, imparano a riconoscere gli alberi e i segni lasciati dagli animali.
A metà mattina, dopo una breve pausa per una merenda, il gruppo continua le esplorazioni o si dedica a giochi che sviluppano l’equilibrio e la coordinazione motoria. Arrampicarsi, correre e saltare diventa non solo un passatempo, ma un vero e proprio allenamento per il loro corpo in crescita. Il freddo non rappresenta un ostacolo, ma anzi è parte integrante dell’esperienza: i bambini imparano a convivere con esso, acquisendo resistenza e familiarità con gli elementi naturali.
Il riposo pomeridiano sulla neve
Arrivata l’ora del riposo, Oskar e i suoi compagni si sistemano su materassini all’aperto, avvolti in calde coperte. Dormono all’aperto, anche se attorno a loro il paesaggio è ricoperto di neve. In una foto, vediamo Oskar addormentato, il viso sereno, incorniciato da un berretto di lana e circondato da soffice neve bianca.
Dormire all’aperto, anche sulla neve, è una pratica comune nelle scuole all’aperto in Norvegia, dove i bambini si abituano fin da piccoli a temperature rigide. In Italia, un’idea del genere sarebbe quasi inimmaginabile e potrebbe suscitare ansia e preoccupazione nei genitori, soprattutto nei mesi invernali. Tuttavia, in Norvegia, questo momento di riposo all’aperto è considerato un elemento fondamentale per rafforzare la salute e il sistema immunitario dei bambini, dimostrando un approccio molto diverso all’educazione all’aria aperta.
I benefici dell’Outdoor Education
L’approccio educativo delle scuole all’aperto in Norvegia offre numerosi benefici. La giornata passata all’esterno migliora lo sviluppo motorio dei bambini, che affinano l’equilibrio e potenziano la muscolatura.
Studi hanno dimostrato che i bambini delle scuole all’aperto si ammalano meno frequentemente e manifestano una migliore capacità di concentrazione rispetto a quelli che trascorrono molto tempo in spazi chiusi. Inoltre, vivere immersi nella natura stimola la creatività e il pensiero divergente, poiché i materiali naturali, non strutturati, invitano i piccoli a creare giochi sempre nuovi.
Ma i benefici non sono solo fisici. Crescere a contatto con la natura incoraggia Oskar e i suoi amici a sviluppare un forte senso di rispetto per l’ambiente e a comprendere meglio il valore della sostenibilità. I bambini imparano a gestire i rischi in modo controllato, come quando esplorano terreni irregolari o affrontano piccole arrampicate. Questo tipo di gioco “rischioso” è essenziale per il loro sviluppo, poiché li aiuta a conoscere i propri limiti e a prendere decisioni in modo autonomo.
L’esperienza di Oskar nelle scuole all’aperto riflette una filosofia educativa radicata nella cultura norvegese, che vede la natura non solo come uno sfondo, ma come un vero e proprio insegnante. In un mondo sempre più tecnologico, le scuole all’aperto rappresentano un ritorno all’essenziale, insegnando ai bambini a vivere in armonia con l’ambiente, a rispettarlo e a trarre da esso tutte le lezioni possibili per crescere forti, resilienti e consapevoli.
[photo credits: Karen Klepsvik, Western Norway University di Scienze Applicate]