Avete mai considerato quanto siano fondamentali le emozioni nel processo di apprendimento dei bambini nella prima infanzia?
La dottoressa Daniela Lucangeli e il suo team dell’Università di Padova hanno introdotto il concetto di “warm cognition“: definisce una “relazione calda” in cui i bambini possono esprimere le loro emozioni, il loro disagio e i bisogni senza paura.
Lucangeli evidenzia che il processo di apprendimento non si basa solo sulla memorizzazione di informazioni, ma anche sulle emozioni che accompagnano queste esperienze. Le emozioni non solo lasciano un’impronta duratura, ma sono interconnesse con la cognizione, influenzando sia la memorizzazione sia la capacità di recupero delle informazioni. In pratica, se un bambino sperimenta paura durante l’apprendimento, questa emozione può limitare la sua capacità di ricordare e apprendere efficacemente in futuro.
Sostiene Lucangeli: “A scuola, come nella vita, cresce ciò che semini. Se un bambino impara con gioia, nella sua memoria resterà traccia dell’emozione positiva che gli dirà: “Ti fa bene, continua a cercare” [Per approfondire: Lucangeli, D. A Mente Accesa Crescere e far crescere, Mondadori, 2020 ; Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere, Erickson, 2019]
Ma quali sono le implicazioni pratiche di questa ricerca? E come possono gli educatori utilizzare queste scoperte per migliorare l’efficacia dell’apprendimento?
Nell’ambito dell’educazione nella prima infanzia, integrare il concetto di “warm cognition” significa riconoscere e valorizzare le emozioni come parte fondamentale dell’apprendimento dei bambini. Questo non si traduce solo nel riconoscere quando un bambino è felice o triste, ma nel comprendere come queste emozioni influenzino il loro modo di esplorare, interagire e assorbire nuove conoscenze.
Per gli educatori di asilo nido e insegnanti di scuola dell’infanzia, questo implica creare un ambiente che non solo è sicuro e stimolante dal punto di vista fisico, ma anche arricchente e supportivo dal punto di vista emotivo. Ad esempio, un educatore può utilizzare la narrazione per connettersi emotivamente con i bambini, scegliendo storie che suscitano gioia, sorpresa o curiosità, e discutendo i temi in modo che i bambini possano esprimere liberamente le loro emozioni e pensieri.
Un altro aspetto pratico consiste nell’adattare le attività didattiche in modo che incoraggino l’esplorazione emotiva. Questo può significare, per esempio, organizzare giochi di ruolo dove i bambini possono sperimentare diverse emozioni in un contesto guidato e supportivo, o progettare attività artistiche che li aiutino a esprimere visivamente ciò che sentono.
Inoltre, è essenziale che gli educatori stessi siano consapevoli delle proprie emozioni e di come queste influenzino le interazioni con i bambini. Essere modelli di comportamento emotivo sano — mostrando come gestire la frustrazione in modo costruttivo o condividere la gioia per un successo — è tanto parte dell’insegnamento quanto le lezioni più strutturate.
Infine, creare una cultura di aula che premi la curiosità e la fiducia implica anche essere aperti agli errori. In un ambiente dove gli errori sono visti come parte del processo di apprendimento e non come fallimenti, i bambini sono più propensi a prendere iniziative e a sperimentare, sapendo che il loro valore non è giudicato solamente in base alla “correttezza” delle loro azioni.
Adottare questi approcci richiede un impegno consapevole da parte degli educatori, ma il risultato è un ambiente di apprendimento che nutre non solo le menti ma anche i cuori dei bambini, facilitando un percorso educativo ricco e profondamente significativo.
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