di Marilisa Modena

Quando un comune o un’azienda decidono di affidare a qualcuno la gestione di un asilo nido, ha due principali opzioni: l’appalto o la concessione.

Sebbene entrambe le modalità servano a coinvolgere un gestore esterno, funzionano in modi molto diversi.

Ecco una spiegazione per capire le differenze, utile soprattutto a chi cerca nidi da gestire.


Cosa significa appalto?

Con l’appalto, chi “possiede” l’asilo nido (ad esempio un Comune o un’Azienda) stabilisce tutte le regole su come deve essere gestito il servizio e paga un gestore esterno per occuparsene. Questo gestore, spesso una cooperativa, un’associazione o un’azienda specializzata, si chiama appaltatore.

L’appalto è regolato dal Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023), che garantisce che la scelta del gestore sia trasparente e che ci sia competizione tra le diverse aziende che vogliono prendere in gestione il nido.

Non ci addentriamo nella specificità del Codice dei Contratti Pubblici in quanto è una disciplina piuttosto complicata e per di più soggetta a continue revisioni. Possiamo però fare un esempio:

Immaginiamo un comune che voglia gestire il proprio asilo nido in modo preciso: vuole stabilire quante educatrici devono esserci, come devono essere organizzate le attività e che tipo di cibo deve essere servito. Il comune scrive un documento con tutte queste regole (il capitolato) e poi sceglie il miglior gestore tramite una gara pubblica. Alla fine, il comune paga il gestore per il lavoro svolto.

Anche un’Azienda può fare lo stesso per un nido aziendale, ad esempio, stabilendo orari estesi per i figli dei dipendenti e affidandone la gestione a una cooperativa.


Cosa significa concessione?

La concessione funziona in modo diverso. Qui, il gestore del nido non solo si occupa del servizio, ma si assume anche il rischio economico. In pratica, non è il comune o l’azienda a pagare interamente il servizio, ma il gestore guadagna principalmente con le rette pagate dai genitori. Il gestore, che si chiama concessionario, ha quindi più libertà organizzativa, ma deve essere in grado di mantenere il nido finanziariamente sostenibile.

Facciamo un esempio:

Un comune con meno risorse economiche decide di affidare un asilo nido in concessione. La cooperativa che gestisce il nido incassa le rette dai genitori e si organizza per offrire il servizio. Il comune stabilisce alcune regole di base, ma lascia libertà al gestore su come organizzare il resto.


Quali sono le differenze principali?

  1. Chi paga:
    • Nell’appalto, il comune o l’azienda copre i costi.
    • Nella concessione, il gestore si finanzia principalmente con le rette dei genitori.
  2. Chi si assume il rischio:
    • Nell’appalto, il comune o l’azienda si assume i rischi economici.
    • Nella concessione, il rischio è del gestore, che deve fare in modo che il nido funzioni bene e sia sostenibile.
  3. Quanto controllo ha il committente:
    • Con l’appalto, il comune o l’azienda stabiliscono regole precise e controllano che vengano rispettate.
    • Con la concessione, il gestore ha più libertà organizzativa, ma deve comunque rispettare alcune condizioni.

In entrambi i casi, l’obiettivo deve essere lo stesso: offrire un servizio educativo di qualità che risponda alle esigenze dei bambini e delle loro famiglie.

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