Nel contesto delle politiche per l’infanzia, il Nuovo Piano Asili Nido 2024 rappresenta un cambiamento di strategia nella gestione delle risorse stanziate dal PNRR, con un investimento di 734,9 milioni di euro per migliorare la copertura dei servizi educativi destinati alla prima infanzia in Italia. Questo piano è pensato per affrontare le criticità emerse negli ultimi anni e mira a distribuire i fondi in modo mirato, con l’obiettivo di risolvere le difficoltà incontrate dai precedenti programmi.
Novità del Piano 2024: Una Strategia “Dall’Alto”
Il piano del 2024 introduce un approccio “dall’alto” in cui il Ministero dell’Istruzione e del Merito assegna direttamente i finanziamenti ai comuni più bisognosi, selezionandoli attraverso una graduatoria basata su criteri di copertura e urgenza. Questa strategia punta a migliorare la copertura nelle aree con forte carenza di servizi per la fascia d’età 0-2 anni, spesso concentrate nel Sud Italia e nelle aree periferiche del Nord.
I comuni “idonei” selezionati, per essere considerati prioritari, devono avere una copertura inferiore al 33% per la fascia 0-2 anni e almeno 60 bambini residenti, assicurando una scala minima per la costruzione di nuovi nidi. La graduatoria elenca 1.868 comuni, e i primi 387 avrebbero accesso alle risorse, che coprirebbero fino a 24.000 nuovi posti.
Ma…. solo parte dei Comuni aderisce: perchè?
Il piano ha incontrato alcune difficoltà di adesione. Su 387 comuni identificati come prioritari, solo il 64% ha aderito.
La Presidente di Zeroseiplanet, Stefania Pompele, evidenzia un punto cruciale per comprendere le difficoltà dei comuni nell’accesso ai fondi del Piano Asili Nido 2024:
“Non è che i comuni non vogliano i fondi, il problema è che non è così semplice. Spesso, mancano delle risorse umane e tecniche necessarie per affrontare la complessa burocrazia richiesta dai bandi. Per i comuni più piccoli, è quasi impossibile districarsi tra le normative, nonostante il Ministero offra un supporto tecnico tramite Invitalia, che fornisce assistenza nelle procedure di costruzione e nella gestione dei progetti.”
Inoltre, le lungaggini burocratiche rappresentano un ostacolo significativo: “Molti progetti di costruzione richiedono modifiche urbanistiche o autorizzazioni speciali che prolungano l’iter di approvazione, bloccando i piani prima ancora di poterli avviare. Questa rigidità normativa scoraggia i comuni dall’aderire, specie in quelle aree che più avrebbero bisogno di nuovi nidi.”
Infine, la Presidente di Zeroseiplanet mette in luce le difficoltà logistiche delle zone periferiche, dove spesso l’esigenza di nuovi nidi è ridotta: “In alcune aree montane o rurali, con bassa densità di popolazione, costruire nuovi asili diventa poco conveniente, anche se i fondi ci sono. Recentemente abbiamo visitato zone interne della Sardegna dove lo spopolamento è piuttosto forte, e dove i nidi e le scuole dell’infanzia, anche dove ci sono, chiudono per mancanza di bambini. E così molti comuni temono di realizzare strutture che resteranno parzialmente vuote, un rischio che frena la volontà di investimento.”
Queste problematiche – la mancanza di risorse tecniche, la burocrazia complessa e le sfide logistiche nelle aree remote – spiegano perché l’adesione al piano, nonostante la disponibilità di fondi, resti spesso limitata.