di Marilisa Modena

Parlare di continuità educativa significa riconoscere che i primi sei anni di vita non sono frammenti, ma un cammino di crescita unico. Ogni transizione — da casa al nido, dal nido alla scuola dell’infanzia — è un passaggio delicato che merita attenzione, cura e progettazione condivisa. In questo senso, la continuità educativa tra nido e scuola dell’infanzia non è solo auspicabile: è un diritto educativo e un obiettivo pedagogico fondamentale.

Che cos’è la continuità educativa?

Con il termine continuità educativa si intende l’insieme di azioni, strategie e intenzionalità messe in atto per accompagnare il bambino e la sua famiglia nei momenti di transizione tra i diversi servizi educativi. È una visione sistemica che supera la logica dei “comparti” e costruisce ponti tra le istituzioni, garantendo coerenza nei linguaggi, nei valori educativi, nei tempi e nei modi dell’apprendimento.

Riferimenti normativi: verso il sistema integrato 0-6

Negli ultimi anni, il principio della continuità educativa è stato rafforzato da diverse normative:

  • D.Lgs. 65/2017 ha istituito il Sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita ai sei anni, riconoscendo l’importanza di un percorso educativo unitario per garantire pari opportunità di sviluppo e apprendimento.

  • Le Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei (MIUR, 2021) pongono la continuità educativa tra i principi fondanti del sistema 0-6, sottolineando l’importanza della collaborazione tra educatori, insegnanti, famiglie e territorio.

  • Le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione (2012, aggiornate nel 2022) evidenziano la necessità di progettare il passaggio tra nido e infanzia come momento formativo, non solo organizzativo.

Un esempio concreto: il “Progetto Passaggi” in Emilia-Romagna

Nel comune di Reggio Emilia, il coordinamento pedagogico territoriale ha sviluppato un progetto chiamato “Passaggi”, pensato per costruire continuità pedagogica, relazionale e documentativa tra nido e scuola dell’infanzia.

Le azioni previste includono:

  • incontri di conoscenza tra educatrici ed insegnanti in primavera, per condividere profili evolutivi dei bambini, linguaggi osservativi e modalità di documentazione;

  • visite dei bambini ai nuovi spazi scolastici, in piccoli gruppi accompagnati da educatori;

  • laboratori comuni tra bambini del nido e della scuola dell’infanzia (es. atelier di pittura, percorsi motori);

  • momenti di confronto con le famiglie, per accompagnare il passaggio con trasparenza e co-partecipazione.

Tutto è accompagnato da una regia pedagogica condivisa e da strumenti documentativi (taccuini, fotografie, narrazioni) che “accompagnano il bambino” anche nel nuovo contesto educativo.

La sfida: non solo “accompagnare il passaggio”, ma costruire un pensiero unitario

La continuità educativa non si esaurisce nel mese di settembre, ma è un modo di intendere l’educazione: integrata, coerente, centrata sul bambino. Richiede:

  • alleanze forti tra educatori e insegnanti;

  • un linguaggio comune tra servizi e famiglie;

  • una progettazione flessibile ma intenzionale, che metta al centro il benessere e le potenzialità del bambino.

Il caso delle sezioni primavera: una soluzione ponte?

In questo scenario, le sezioni primavera si pongono come uno strumento possibile di raccordo per la fascia 24-36 mesi. Nate con la Legge Finanziaria 296/2006, sono state pensate per offrire un ambiente educativo transitorio, a metà tra il nido e la scuola dell’infanzia, soprattutto in contesti in cui mancano servizi 0-3.

Se da un lato queste sezioni possono favorire la continuità, dall’altro — come mostrato dal monitoraggio nazionale del 2011 — presentano criticità:

  • disparità nei requisiti professionali del personale;

  • frammentazione contrattuale;

  • pratiche di continuità educativa non sempre strutturate;

  • rischio di sostituire i nidi anziché integrarli.

Affinché le sezioni primavera possano realmente favorire il percorso 0-6, è necessario che siano:

  • inserite in una rete di servizi coordinata;

  • dotate di progettazione pedagogica condivisa;

  • sostenute da formazione continua e supervisione educativa.

PER SAPERNE DI PIU’:

APRIRE UN ASILO NIDO, CENTRO INFANZIA 06, LUDOTECA, SPAZIO GIOCO

Un corso di una giornata per chi ha intenzione di aprire un servizio educativo.

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