Una mamma l’altra mattina, all’uscita dal nido, al telefono con un’altra mamma: “Ah, no, non l’ho visto l’avviso sulla porta d’ingresso, no. Oggi pomeriggio ti chiedo di fargli una foto  e di whatsapparmela”.

In un’era in cui la tecnologia permea ogni aspetto della nostra vita, la comunicazione tra educatori, insegnanti e genitori attraverso piattaforme come WhatsApp è diventata una pratica comune. Tuttavia, questa tendenza sta sollevando preoccupazioni significative. L’uso eccessivo di chat di gruppo tra insegnanti e genitori sta trasformando la comunicazione scolastica in una sorta di “riunione continua”, portando molti a chiedere un cambiamento.

La Chat: Una Riunione Senza Fine

La facilità di accesso e la natura immediata delle chat di gruppo su WhatsApp hanno trasformato questi spazi in forum per discussioni continue. Invece di essere utilizzate per comunicazioni rapide e informative, queste chat spesso si trasformano in piattaforme per dibattiti prolungati, richieste di chiarimenti e, talvolta, lamentele. Questo può creare un ambiente in cui i confini tra vita professionale e personale diventano sfumati per gli insegnanti, con una pressione costante di essere sempre disponibili, e quindi un aumento esponenziale dello STRESS, che come sappiamo è altamente rischioso proprio nei contesti educativi.

Problemi di Privacy e Professionalità

Le chat di gruppo possono anche sollevare questioni di privacy e professionalità. Le conversazioni in un gruppo WhatsApp non sono sempre protette o confidenziali come dovrebbero essere, soprattutto quando si discutono questioni sensibili riguardanti i bambini.

Fraintendimenti e informazioni non verificate.

Inoltre, la natura informale delle chat può portare a fraintendimenti e a una mancanza di formalità necessaria nelle comunicazioni scolastiche.

Una recente sentenza del Tribunale di Ferrara ha portato alla luce una problematica significativa: queste chat possono innescare “fenomeni suggestivi” capaci di distorcere la realtà dei fatti. La natura immediata e spesso emotiva delle comunicazioni nei gruppi WhatsApp può portare a una rapida diffusione di informazioni non verificate o interpretate in modo errato. In un ambiente dove le opinioni possono essere amplificate senza filtri adeguati, si crea un terreno fertile per la diffusione di false narrazioni o di interpretazioni soggettive che possono allontanarsi significativamente dalla realtà oggettiva.

La Necessità di Canali di Comunicazione Più Affidabili

Questo scenario rafforza la necessità di limitare l’uso di WhatsApp come canale di comunicazione ufficiale tra genitori e scuola. È essenziale promuovere canali più affidabili e strutturati, che garantiscano la veridicità e l’accuratezza delle informazioni condivise, riducendo il rischio di malintesi e di diffusione di informazioni errate o fuorvianti.

Educazione alla Comunicazione Digitale

Inoltre, questo caso evidenzia la necessità di educare i genitori all’uso responsabile dei social media e delle piattaforme di messaggistica. È fondamentale sviluppare una maggiore consapevolezza sulle potenziali conseguenze legali e sociali delle discussioni online, specialmente quando riguardano minori e istituzioni educative.

Vademecum per l’Uso Responsabile di WhatsApp tra Genitori e Scuola

Ecco allora un utile vademecum da condividere con i genitori all’inizio dell’anno, per un uso responsabile delle chat.

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